Boicottare

Scommettiamo che non ti aspettavi un nome proprio dietro questo verbo bellicoso? “Boicottare” viene da Charles Boycott, un amministratore terriero irlandese dell’Ottocento talmente impopolare che i contadini decisero di ignorarlo completamente: niente lavoro nei campi, niente servizi, neanche una chiacchierata al pub. Fu un vero e proprio isolamento sociale ante litteram. Da allora, “boicottare” significa esattamente quello: tagliare i ponti con qualcosa o qualcuno. E dire che Boycott voleva solo gestire una tenuta…
Sadismo

Ah, l’amore per la sofferenza… altrui. Il termine “sadismo” deriva nientemeno che dal Marchese de Sade, scrittore e filosofo francese noto più per le sue pratiche estreme che per le sue doti letterarie. Le sue opere erano un mix di erotismo, violenza e riflessione filosofica (ma spesso finivano censurate con entusiasmo). Da lì, il passo è stato breve: oggi, “sadico” non è un complimento. Ma resta una parola con una storia piccante e un po’ inquietante.
Linciaggio

Il povero Charles Lynch non immaginava certo che il suo cognome sarebbe finito nei dizionari con un’accezione così brutale. Giudice della Virginia nel XVIII secolo, si prese la libertà di applicare la “giustizia sommaria” contro presunti criminali senza passare dal via (cioè dal processo). Il termine “lynching” si diffuse negli Stati Uniti e poi nel mondo, diventando sinonimo di violenza collettiva e giustizia fai-da-te. Insomma, se vuoi passare alla storia, meglio scegliere un altro metodo.
Nicotina

Jean Nicot, diplomatico francese del XVI secolo, portò in Europa dei semi di tabacco dal Portogallo, convinto che avessero proprietà miracolose. “Fanno bene all’emicrania!” diceva lui. Oggi sappiamo che… be’, proprio salutare non è. Ma il suo entusiasmo fu tale che la pianta prese il nome di Nicotiana, e la sostanza più famosa contenuta al suo interno divenne “nicotina”. Un lascito immortale, anche se non esattamente salutare.
Chovinista

Il chovinista originale era Nicolas Chauvin, soldato napoleonico tanto patriottico da diventare caricatura vivente: cieca fedeltà all’Imperatore, zero spirito critico. Dalla sua figura nacque il termine “chauvinisme” in francese, poi “sciovinismo” in italiano: un patriottismo esagerato, spesso al limite del ridicolo. Oggi la parola viene anche usata per descrivere atteggiamenti di superiorità verso un gruppo, tipo “maschilismo chovinista”. Chauvin, forse, ci sarebbe rimasto male.
Ghigliottina

Se senti “ghigliottina” e pensi subito al gioco finale di L’Eredità, fermati un attimo. Prima del quiz, c’era Joseph-Ignace Guillotin, medico francese contrario alla pena di morte crudele. Propose quindi una macchina “più umana” per l’esecuzione. Paradossalmente, la macchina prese il suo nome… anche se lui non la inventò né la volle usare. Morale: se proponi una riforma umanitaria, rischi di essere ricordato per una lama che cade. Touché.
Sandwich

John Montagu, IV conte di Sandwich, aveva una grande passione: giocare a carte. E una grande idea: farsi portare due fette di pane con qualcosa in mezzo, così da non dover abbandonare il tavolo da gioco. Geniale nella sua semplicità. Da quel giorno, l’umanità intera ringrazia: panini, tramezzini, hamburger… tutti debitori del conte goloso e pigro. Giocatore compulsivo, ma con spirito pratico.
Silhouette

Étienne de Silhouette era un ministro delle finanze francese noto per il suo rigore nel tagliare le spese pubbliche. Così tanto che il suo nome divenne sinonimo di “cose fatte al risparmio”. All’epoca si facevano ritratti in controluce, senza dettagli, giusto il profilo: poco costosi, appunto “alla Silhouette”. Oggi, la parola evoca eleganza e figura snella… ma l’origine è tutta budget-friendly. Chic, ma low-cost.
Robot

Non nasce nei laboratori della Silicon Valley, ma sul palcoscenico. “Robot” arriva dal ceco robota, che significa “lavoro forzato”, “corvée”, “fatica da servo”. È il 1920 quando lo scrittore Karel Čapek lo usa per la prima volta nella sua opera teatrale R.U.R. – Rossum’s Universal Robots. Quegli automi, fabbricati per lavorare al posto degli umani, finiscono per ribellarsi (prevedibile, no?). Da servitori a rivoluzionari, come da copione. Altro che Roomba.
Paparazzo

Un cognome diventato mestiere. Il termine nasce con La Dolce Vita di Fellini: il fotografo insistente e invadente si chiamava, appunto, Paparazzo. Ma da dove lo aveva preso Fellini? Dal nome di un personaggio del libro Sotto la mole di George Gissing. Il suono “paparazzo” gli sembrava perfetto per quel tipo di scatto predatorio. E oggi è una professione, spesso poco amata… soprattutto dai VIP in vacanza.